Guadagnare grazie alla blockchain soltanto guardando annunci sul Web… ma è davvero possibile? Sembra incredibile, troppo bello per essere vero, ma oggi la risposta è: si!
D’accordo, sveliamo fin d’ora le carte. Perché lo so che il titolo fa un po’ clickbait, anzi ero tentato di intitolare quest’articolo “Come diventare ricchi…”, ma non ho voluto esagerare.
Però ora torniamo seri, perché l’argomento è serio, molto serio. Scopriremo infatti come oggi l’innovazione apportata dalle tecnologie Web3 (in particolare la blockchain) possa potenzialmente stravolgere e migliorare la nostra relazione, come utenti, con la Rete. Letteralmente.
E scopriremo che quel titolo un po’ clickbait ha senso. Perché la possibilità, oggi, di essere remunerati anche solo semplicemente navigando e guardando annunci esiste davvero. Ti sembra impossibile?
Ne parliamo con Fabio Lecca, esperto di blockchain, che nell’intervista ci illustrerà una nuova modalità di fruizione del Web, e anche il segreto per monetizzare il nostro tempo dedicato al Web3.
Fabio Lecca è fondatore di Araneum Group srl, società di consulenza software, è membro dal 2018 del gruppo degli esperti blockchain del MISE – Ministero dello Sviluppo Economico, e guida lo sviluppo tecnologico della startup Metabrand.tech nata per l’applicazione degli NFT al marketing delle imprese B2C.
Fabio, ma è davvero possibile guadagnare con la blockchain soltanto guardando gli annunci sul Web?!
Oggi è possibile, e la dimostrazione è il progetto Brave.
Cosa è Brave?
Il progetto Brave nasce già nel 2017, quando il concetto di blockchain non era ancora così diffuso. E nasce con l’obiettivo di creare un ecosistema del tutto innovativo sul Web, un ecosistema che ricomprende:
- i publisher (editori di contenuti),
- gli advertiser (le aziende che investono sul Web affinché i loro prodotti, servizi e brand siano pubblicizzati),
- gli utenti, non più come fruitori passivi.
Gli utenti sono coloro sui quali poggia oggi l’intero ecosistema: sono loro a dare attenzione e tempo sia ai publisher che agli advertiser, senza però essere mai in grado di monetizzare né il tempo né l’attenzione, e quindi senza alcun modo per beneficiare economicamente dell’enorme mercato globale che si è creato.
In sostanza stiamo dicendo che gli utenti del Web, pur essendo indispensabili per l’esistenza stessa del mercato, di quella immensa torta non riescono a ricavarne alcuna fetta, per quanto piccola.
Si, ed è questo il problema su cui ci si è focalizzati, nel progetto Brave. Come è possibile dare valore al tempo e all’attenzione degli utenti, facendoli diventare parte attiva delle dinamiche economiche?
Il primo passo è stato quello di creare, con un protocollo ERC-20, un token.
L’ERC-20 è lo stesso protocollo che viene utilizzato per creare sull’infrastruttura di blockchain Ethereum molte criptovalute relative ai progetti più disparati, utilizzanti la criptovaluta nativa denominata Ether (ETH).
Ma nel caso di Brave gli sviluppatori hanno creato un token specifico, il BAT (Basic Attention Token), appunto per premiare l’attenzione.
Il BAT è nato per rendere possibile dei micropagamenti a favore degli utenti ma anche a favore dei publisher.
Quindi Brave presenta dei vantaggi non solo per gli utenti ma anche per i publisher di contenuti?
Certo, per gli utenti e anche per i publisher.
Oggi normalmente, quando vediamo dei contenuti di editori, questi sono protetti dal paywall: pensa a quando cominci a leggere un articolo di una testata online, ma dopo qualche rigo vieni informato che per continuare nella lettura devi sottoscrivere un abbonamento.
Però nella stragrande maggioranza dei casi non si attiva alcun abbonamento a favore del publisher, e l’utente non ha accesso completo al contenuto.
Con Brave invece diventa possibile effettuare un micropagamento, in BAT, a favore del publisher, per poter usufruire di quello specifico contenuto, senza che l’utente debba pagare per un intero abbonamento.
Un vantaggio per entrambe le parti.
Ma cosa è in concreto Brave?
Il progetto ha dato vita ad un browser per la navigazione in Rete, denominato appunto Brave, che incorpora diverse funzionalità proprie del Web3.
Brave ha un digital wallet incorporato, nel quale ricevi e custodisci le tue ricompense in token, appunto i BAT. Non solo: Brave supporta tutte le nuove tecnologie, come gli unstoppable domains [1], il protocollo IPFS [2], Ethereum name service [3].
Brave è un browser nel quale sono stati man mano integrati i vari protocollo del Web3, e ci dà un’idea di quale potrà essere il futuro dei browser, diversi da quelli che oggi conosciamo (come Internet Explorer, Google Chrome, Mozilla Firefox o Safari).
[1] Unstoppable Domains: è un provider di nomi di dominio per la blockchain
[2] IPFS: InterPlanetary File System, un protocollo per l’archiviazione e la condivisione di dati in un network decentralizzato
[3] Ethereum name service: sistema per attribuire un nome vero e proprio, leggibile da un qualsiasi utente, a criptovalute, digital wallet, indirizzi web, etc. sempre sulla blockchain Ethereum
Veniamo ora finalmente ai vantaggi di Brave per l’utente. Perché dovrei utilizzare questo browser?
Brave disabilita di default qualunque annuncio, grazie ad un modulo ancora più restrittivo di quello di Firefox. L’utente deve espressamente autorizzare, nelle impostazioni, la possibilità di vedere gli annunci, e potrà in ogni caso vedere solo quelli inseriti nelle pagine dei siti dei publisher che hanno aderito al circuito di Brave.
Mentre gli annunci che sono nelle pagine dei publisher che non hanno aderito non saranno mai visibili all’utente.
E cosa accade se guardo un annuncio all’interno delle pagine del sito di un publisher, in tal caso?
Vieni remunerato con dei BAT, che vanno nel tuo wallet Brave, per cui diventa oggi possibile guadagnare con la blockchain pur essendo degli utenti del Web.
In pratica, l’importo pagato dall’advertiser per l’annuncio viene ripartito tra il publisher, che ha ospitato l’annuncio, e l’utente, ed è questa la vera novità.
In questo modo l’utente, semplicemente navigando e senza nemmeno pensarci, accumula BAT ogni volta che passa dal sito di un publisher che ha aderito al circuito Brave, purché abbia abilitato la possibilità di vedere gli annunci.
Quindi, questo nuovo browser mi libera dagli annunci, ma se accetto di vederli, vedo solo quelli che appaiono sui siti dei publisher partner di Brave, e vengo ricompensato in token per questo.
Ma ci sono anche publisher italiani che hanno aderito al circuito di Brave?
Si, ad esempio Screenweek, il publisher specializzato in news dal mondo del cinema e delle serie televisive.
Le ricompense il BAT per gli utenti come vengono calcolate?
Dipende da tanti fattori, ad esempio se c’è stata una semplice visualizzazione dell’advertising, oppure se sia stato cliccato, e in questo caso la ricompensa per l’utente è più alta.
È interessante il fatto, in base ai dati forniti da Brave, il CTR (click-through rate) degli annunci che normalmente è sul 2%, nel caso degli annunci sui siti dei publisher associati a Brave è del 9%.
C’è quindi un vantaggio non solo per utenti e publisher, ma anche per gli advertiser: Brave garantisce utenti più attivi verso la pubblicità online.
Questo cambia radicalmente l’efficienza delle campagne pubblicitarie…
Infatti gli advertiser sono disposti a riconoscere un premio agli utenti a fronte della loro attenzione, cosa che non accade affatto nel classico modello di Google.
Grazie alla blockchain stiamo assistendo alla nascita di ecosistemi realmente innovativi, che incentiva tutti gli attori. I publisher vengono premiati per aver portato utenti verso gli annunci grazie ai loro contenuti, gli advertiser vengono premiati con migliori CTR, e gli utenti vengono premiati per la loro attenzione.
Ma quali risultati ha sinora raggiunti il modello che ruota intorno al browser Brave?
In base al loro ultimo report annuale, sono stati raggiunti 50 milioni di utenti unici attivi mensili. Dei quali oltre 8 milioni che stanno guadagnando grazie al sistema BAT Rewards.
Lo scorso anno il numero di publisher aderenti ha raggiunto 1.3 milioni.
Oggi il token BAT ha raggiunto un market cap di 450 milioni di dollari, e la sua quotazione è di circa $ 0.30 per BAT. Ad oggi sono stati riconosciuti circa 10 milioni di dollari in ricompense per gli utenti.
Ma è poi davvero possibile per l’utente incassare questi BAT, una volta accumulati in una certa quantità?
In effetti inizialmente non era possibile, ma poi è stato creato un Reward Center, realizzando un layer 2 sulla blockchain Ethereum, ed è stato fatto un accordo con Tap Network, un gateway dove l’utente può convertire i suoi BAT in decine e decine di gift card: iTunes, Amazon, Google Play e così via.
Quindi il processo è che, accumulato un certo livello di BAT nel Reward Center, l’utente raggiunge quella soglia con la quale può acquistare con quei BAT una gift card su Tap Network.
Quindi l’utente viene premiato ma non può davvero convertire quel token, il BAT, in denaro…
Non può, però è possibile, in alcuni siti di Defi (decentralized finance), convertire i BAT in criptovalute.
Brave sta poi stringendo diverse partnership con marketplace e creatori di NFT, grazie alle quali per alcuni drop di NFT sarà possibile pagare il minting con i BAT.
In futuro potremmo assistere ad un’evoluzione, con micropagamenti direttamente in criptovalute, ad esempio in ALGO, da conservare in normali digital wallet. Criptovalute riconvertibili poi in euro o in dollari.
Torniamo però ora al lettore di questo articolo che volesse beneficiare di questo sistema per guadagnare con la blockchain. Cosa dovrebbe fare, in concreto?
Il primo passo è scaricare il browser Brave.
Una volta fatto, occorre nelle impostazioni disabilitare il blocco, in modo da poter vedere gli annunci sui siti aderenti, e cominciare così ad accumulare BAT.
Per disabilitare il blocco, aprire nel browser Brave il menu cliccando sulle tre linee orizzontali nell’angolo in alto a destra, nel menu cliccare su Impostazioni > Protezioni > Blocco di tracker e annunci, e cambiare l’opzione da ‘Standard’ a ‘Disabilitato’, come nell’immagine sotto.
L’utente può poi decidere di quale motore di ricerca servirsi con Brave, sempre nelle Impostazioni (Motore di ricerca), selezionando Google oppure Bing o DuckDuckGo, etc.
Cliccare sempre sulle tre linee nell’angolo in alto a destra pr aprire il menu, e cliccare su Impostazioni > Motore di ricerca.
Per vedere il saldo in BAT basta invece cliccare poi sul triangolo in alto.
Mentre cliccando sul simbolo del digital wallet, il portafoglio (immediatamente alla sinistra delle tre linee dove si apre il menu del browser), l’utente potrà creare il suo wallet Brave nel quale depositare e gestire i BAT raccolti. La creazione del wallet non è però un’operazione immediatamente necessaria per accumulare BAT, e può essere fatta in un secondo momento, quando il saldo comincerà a essere cospicuo.
Il wallet Brave non è così diverso da wallet più noti come Metamask: si crea una password e si ottiene una seed phrase da conservare sempre con la massima attenzione e segretezza, come per tutti i digital wallet.
Notavo un pannello di navigazione che appare non appena si apre il browser, con alcuni dati…
Esatto, puoi vedere da sinistra a destra, in ordine, quanti annunci sono stati bloccati, quanta banda hai risparmiato nella navigazione, e quanti minuti del tuo tempo hai risparmiato grazie all’assenza di inserzioni.
E più a destra in basso, naturalmente, il tuo saldo in BAT.
Si conclude così l’intervista con Fabio, che ci ha fatto intravedere come la blockchain può creare ecosistemi e modelli di business ‘disruptive’ e impensabili sino a pochi anni, cambiando radicalmente in questo caso la nostra relazione – come utenti – con il Web.
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