Anche voi vi siete appassionati a Squid Game, incantati dal suo storytelling di incredibile efficacia? Ebbene, quello che è accaduto è che la serie Netflix a vostra insaputa vi ha catapultato nel classico Viaggio dell’Eroe, il framework narrativo in 12 tappe sul quale è costruita ogni narrazione d’avventura, dai tempi delle più antiche mitologie fino alle serie di successo del moderno streaming televisivo.
Cos’è Squid Game?
Occorre davvero spiegare cosa sia Squid Game? Credo che 9 su 10 dei lettori di questo articolo non ne abbiano bisogno.
Ma per quei rari lettori di questo blog per i quali Squid Game significa ben poco, o che semplicemente ne abbiano sentito parlare ma non lo abbiano mai visto, diamo qualche informazione.
Si tratta di una serie televisiva sudcoreana composta da 9 episodi. Il titolo originale è “오징어게임”, che a noi italiani suonerebbe come ogino game, letteralmente “Il gioco del calamaro”.
La serie è stata lanciata sulla piattaforma di TV streaming Netflix il 17 settembre 2021, raggiungendo un’audience globale con risultati straordinari fin dalle prime settimane.
Squid Game: il successo in cifre
Da qualunque angolo la si guardi, Squid Game è un prodotto di estremo successo. Potrebbe restare un pezzo della storia moderna dell’entertainment televisivo. Certamente lascerà il segno.
È la serie sudcoreana più vista di sempre. Ha scatenato addirittura una curiosità senza precedenti, a livello mondiale, per la cultura coreana. Le ricette e le foto dei dalgona biscuits, ribattezzati “biscotti Squid Game”, hanno invaso Instagram e blog di cucina.
I numeri che misurano la performance della serie parlano da soli.
Solo nei primi 23 gg dal lancio ben 132 milioni di persone hanno visto almeno 2 minuti. E sempre nell’arco di quei primi 23 giorni, l’89% ne ha visto più di un episodio, mentre il 66% ha completato la visione di tutti gli episodi.
Secondo parametri interni di Netflix, il valore generato è pari a $ 891 milioni complessivi.
Quanto è costata la produzione della prima serie di questo blockbuster televisivo? $ 21.4 milioni in totale.
Una cifra davvero esigua, soprattutto se comparata ad altre serie di successo di Netflix. Ad esempio, la produzione di un solo episodio di “The Crown” costa ben $ 13 milioni.
Se una serie costa 21 milioni e ne genera quasi 900 di valore, siamo di fronte ad un ROI (ritorno sull’investimento) senza precedenti: oltre +4100%. Si, avete letto bene, non è un refuso. Oltre il quattromila e cento percento.
Effetti sul titolo Netflix? A partire dal lancio del 17 settembre 2021, quando quotava sul Nasdaq $ 588, il titolo ha raggiunto gli attuali $ 620/630 pari ad un +7%.
È destinata a sorpassare le superstar dello streaming televisivo, come “Trono di Spade”, “Stranger Things” e “The Walking Dead”? Difficile dirlo, ma certamente è un successo che nessuno aveva previsto.
Lo ha confessato in una intervista a Hollywood Reporter rilasciata dal Content Vice-president di Netflix Asia Pacific:
“Non avevo mai pensato che una serie in lingua coreana, basata su un gioco da bambini coreano, potesse concorrere per diventare il programma coreano numero uno di tutti i tempi.” – Minyoung Kim
Ma cosa racconta Squid Game?
Squid Game: la storia
Prima di scoprire il Viaggio dell’Eroe, restiamo sullo storytelling di Squid Game e riepiloghiamo rapidamente la storia.
L’ambientazione iniziale è Seoul, capitale sudcoreana dove vive il protagonista principale: Seong Gi-hun, divorziato, dipendente dal gioco, sommerso dai debiti, disperato.
Viene invitato da una misteriosa organizzazione a partecipare ad una serie di giochi per bambini con un premio finale in denaro potenzialmente enorme, di quelli che non solo ti risolvono i problemi ma che cambiano decisamente la tua vita per sempre.
Ma non è il solo disperato ad accettare di partecipare. Trasferito in un luogo misterioso, che si scoprirà essere scavato all’interno di una piccola isola, trova altri 455 partecipanti.
455 altri disperati come lui, pronti a tutto: truffatori nei guai con la legge, piccoli criminali, profughi dalla Corea del Nord, balordi, e via dicendo.
I 456 partecipanti dovranno affrontare 6 sfide, tutte ispirate a tradizionali giochi per bambini. Ma si tratta in realtà di giochi mortali, che si risolvono in vere e proprie stragi. Non c’è modo di uscire vivi dallo Squid Game, se non come unico vincitore. Ed è impossibile tirarsi indietro.
Ci fermiamo qui, per evitare di anticipare troppo a chi non avesse ancora visto la serie. Più avanti dovremo inevitabilmente fare diversi riferimenti alle vicende della serie, per cui anche se cercheremo di minimizzare gli spoiler, a grandi linee intuirete – se ancora non avete completato la visione della serie – come andrà a concludersi negli ultimi episodi.
Storytelling: il Viaggio dell’Eroe
Come tutte le narrazioni di successo, anche Squid Game non sfugge al framework del Viaggio dell’Eroe. È un framework narrativo di origini nobilissime.
Nasce dagli studi del più autorevole esperto di mitologia comparata di sempre, Joseph Campbell (1904-1987)
Il quale nel suo celebre saggio “L’eroe dei mille volti” del 1949 analizzò miti di diverse epoche e culture sotto la lente del concetto di archetipo elaborato dal filosofo Carl Gustav Jung, figura di massimo livello nella storia della psicanalisi.
Jospeh Campbell scoprì così che esiste uno schema narrativo che si replica in tantissime opere letterarie, miti, fiabe, racconti popolari. Anche se spesso è ben occultato e occorre scavare a fondo.
E arriviamo così a Chistopher Vogler, esperto di storytelling nell’industria del cinema di Hollywood, e consulente per major cinematografiche come Disney e Fox. Il caso vuole che sia nato nel 1949, stesso anno della pubblicazione del saggio del Campbell.
Vogler, avendo esaminato nel suo mestiere di story analyst oltre 6.000 sceneggiature per film, incrocia alcune evidenze empiriche con gli studi del Campbell.
E scrive nel 1992 il “Il Viaggio dell’Eroe”. Interessante che il titolo originale in inglese sia invece “The Writer’s Journey”.
Si tratta di saggio estremamente pratico, utilizzabile come manuale da ogni storyteller. Nel quale dimostra come il Viaggio dell’Eroe si ritrova come struttura narrativa dei più celebri blockbuster hollywoodiani: da “Star Wars” al “Mago di Oz”, da “Ufficiale e gentiluomo” a “Rain Man” e così via.
Non solo: ridefinisce il Viaggio dell’Eroe in 12 tappe per farne uno strumento pratico, a uso e consumo degli sceneggiatori e degli scrittori.
In questo articolo non ci soffermeremo sull’approfondimento della struttura narrativa illustrata da Vogler, ma segnaleremo al termine di questo articolo altri articoli che illustrano le 12 tappe più in dettaglio.
Perché ora è arrivato il momento di intraprendere il nostro viaggio attraverso il… gioco del calamaro.
Le 12 tappe del Viaggio dell’Eroe nello storytelling di Squid Game
Attraverseremo ora lo storytelling di Squid Game sotto la lente del Viaggio dell’Eroe, tappa per tappa, inserendo una breve descrizione del significato di ogni tappa dalle stesse parole di Cristopher Vogler.
In questo modo, anche chi è del tutto a digiuno su questa struttura di storytelling potrà comprendere immediatamente le connessioni sottostanti.
Buon viaggio!
(1) Il Mondo Ordinario
“L’Eroe abbandona il mondo ordinario per avventurarsi in un mondo meraviglioso e soprannaturale”
L’eroe vive nel suo mondo ordinario. Non immagina nemmeno che ci possa essere un mondo straordinario nel quale sta per entrare. E a dirla tutta, non sa nemmeno di essere un eroe, ovvero il protagonista di una storia che ha appena avuto inizio.
Proprio come Seong Gi-hun, il protagonista principale di Squid Game, che si sente un fallito, e che vive in una quotidianità fatta di tristezza, difficoltà economiche, disperazione.
Non vi ricorda un po’ il Rocky Balboa prima della sfida con Apollo Creed nel primo film della saga di Rocky?
(2) La Chiamata all’Avventura
“Tutte le teorie della sceneggiatura concordano sulla necessità di un evento che inneschi la storia. La chiamata all’avventura può avvenire sotto forma di un messaggio o di un messaggero.”
In Squid Game questa tappa è così palese da essere un pilastro dell’intera vicenda. Seong Gi-hun, disperato, viene sfidato in una piccola scommessa da un uomo misterioso.
Seong Gi-hun vince una piccola cifra, ma è solo un’esca. L’uomo misterioso gli spiega che quel denaro è nulla in confronto a quanto potrebbe vincere partecipando ad una serie di semplici giochi per bambini. Deve solo chiamarlo al numero di telefono riportato nel biglietto da visita che gli lascia.
(3) Il Rifiuto della Chiamata
“All’inizio è naturale che l’Eroe reagisca cercando di sottrarsi all’avventura.”
Seong Gi-hun è davvero combattuto nell’accettare la proposta dello sconosciuto, ma la sua reazione iniziale è di rifiuto.
È una reazione molto comune del protagonista in tanti film. Si pensi a Luke Skywalker, nel primo film della saga Star Wars, che inizialmente non ha alcuna voglia di assecondare la richiesta di Obi-Wan di seguirlo alla volta di Alderaan per apprendere la dottrina jedi.
(4) L’Incontro con il Mentore
“L’incontro con il mentore è la fase in cui l’Eroe ottiene il viatico, le conoscenze e la fiducia in sé, di cui avrà bisogno per superare la paura e cominciare l’avventura.”
In Squid Game manca prima vista, la figura di un vero e proprio Mentore.
Ma teniamo sempre ben in mente che le 12 tappe del Viaggio dell’Eroe sono una struttura che viene applicata, soprattutto oggi, con ampia flessibilità, persino giocando sul mascheramento, sulla distorsione, sull’inversione tra gli archetipi.
In Squid Game a ben guardare un Mentore c’è, ma non è il “vecchio saggio” come in tante narrazioni (si pensi al classico personaggio di Yoda in Star Wars e alla sua relazione con l’Eroe Luke Skywalker).
In Squid Game il Mentore che spinge il protagonista ad avere coraggio ed entrare nel mondo straordinario è una bambina. Si tratta infatti di Seong Ga-yeong, la figlia di Seong Gi-hun, che con le sue parole spingerà involontariamente il padre per fare quel passo straordinario.
Quando poi nel 2° episodio il protagonista sarà uscito dallo Squid Game, deciderà di rientrare ascoltando le parole di un altro Mentore, questa volta una figura più classica: Oh Il-nam, l’anziano concorrente che a causa di un grave male ha ormai poco tempo da vivere e ben poco da perdere.
(5) Il Superamento della Prima Soglia
“Il Superamento della prima soglia è un atto di volontà con cui l’Eroe impegna tutto sé stesso nel viaggio.”
È il momento in cui Seong Gi-hun entra di sua volontà nello Squid Game. Notiamo che nella serie TV questo momento è doppio, accadendo sia nel primo sia nel secondo episodio.
(6) Prove, Alleati e Nemici
“Ora l’Eroe entra completamente nel misterioso ed eccitante mondo straordinario. È un’esperienza nuova e talora spaventosa per lui: non importa attraverso quante scuole di vita sia passato, in questo mondo sconosciuto è ancora una volta un principiante.”
È un momento classico del viaggio. Il miglior esempio di sempre resta quello, nel capolavoro del 1939 “Il Mago di Oz” quando la protagonista Dorothy Gale incontra una dopo l’altra creature incredibili, che si riveleranno ora degli alleati affidabili, ora dei pericolosi nemici.
Ma Squid Game non è da meno. Il protagonista conoscerà all’interno del mondo misterioso una serie di personaggi amichevoli, con i quali definirà alleanze, creando una vera e propria squadra, personaggi minacciosi e pericolosi, e personaggi ambigui dei quali non è chiaro se sia bene fidarsi.
(7) L’Avvicinamento alla Caverna più profonda
“Dopo esserci ambientati nel mondo straordinario gli Eroi proseguono. […] passano in una regione intermedia fra il confine e il centro esatto del viaggio dell’Eroe. Sul loro cammino trovano un’altra zona misteriosa con […] regole e difficoltà propri. È l’avvicinamento allo scontro durante il quale gli eroi incontreranno meraviglie e terrori estremi.”
Siamo arrivato al primo gioco, quello della “bambolina” (in realtà un pericolosissimo automa alto circa 4 metri) che pilota un gioco ispirato a “Un, due, tre, stella!” ma dove gli eliminati vengono spietatamente abbattuti.
È una fase che non sempre è facile individuare in un film. Non è la prova centrale per l’Eroe, è solo un momento preliminare, ma comunque carico di tensione.
Nel film Rocky IV è il momento in cui Apollo Creed muore sotto i colpi di Ivan Drago, sotto gli occhi di Rocky. Il momento in cui Rocky intuisce la durissima prova che lo attende.
(8) La Prova Centrale
“Ora l’Eroe si trova di fronte la sfida più importante e il rivale più terribile. La prova centrale è il vero cuore della questione. È la molla della figura eroica e la chiave del suo magico potere.”
In Squid Game la prova centrale è davvero cuore della narrazione, ed è rappresentato dalle cinque prove che Seong Gi-hun e i suoi compagni dovranno affrontare dopo che volontariamente saranno rientrati nel gioco.
Che non raccontiamo per ridurre al minimo gli spoiler per chi stia leggendo!
(9) La Ricompensa
“Superata la crisi della prova centrale, gli Eroi incontrano le conseguenze di essere sopravvissuti alla morte. Dopo avere ucciso sconfitto il drago, durante lo scontro afferrano la spada della vittoria […] il trionfo può essere fugace, ma per ora ne assaporano il piacere.”
La ricompensa è evidente: l’enorme sfera sospesa nel vuoto che gioco dopo gioco si riempie di denaro sino a raggiungere la cifra di ₩45.6 in valuta coreana (circa 3.3 milioni di euro).
Ma attenzione ad un punto sottile. Seong Gi-hun, che entra nel gioco come un disperato, che a causa dei suoi fallimenti dà poco peso al valore della vita umana, sta modificando – sopravvivendo gioco dopo gioco – la sua visione del valore della vita. È questa la vera ricompensa, immateriale, che sta accumulando, e torneremo a parlarne più avanti.
(10) La Via del Ritorno
“Una volta celebrate e assorbite le lezioni e le ricompense della prova centrale, gli Eroi si trovano di fronte a una scelta: rimanere nel mondo straordinario oppure cominciare il viaggio di ritorno nel mondo ordinario. Sebbene il mondo straordinario abbia il suo fascino, pochi Eroi decidono di restare. La maggior parte prende la via del ritorno. Tornando al punto di partenza o proseguendo il viaggio verso un luogo totalmente nuovo.”
Nel penultimo episodio è ben chiaro chi sono i 3 finalisti, gli ultimi sopravvissuti tra i 456 concorrenti iniziali. Sono Seong Gi-hun,il protagonista, Sang-woo, amico d’infanzia del protagonista, e Sae-byeok, la giovane nordcoreana.
La via del ritorno è davanti a loro: resta solo un’ultima prova, e viene allora concessa ai tre finalisti un assaggio della possibile ricchezza sulla quale potrebbero mettere le mani: un’elegante cena in cui viene loro servita una gustosa bistecca con del vino, dopo tanti giorni passati mangiando un rancio ridotto e poco invitante.
Ma come in tutte le storie, la Via del Ritorno non è affatto facile. Ciascuno di loro tre ha la ferma intenzione di tornare nel Mondo Ordinario, ma stanno per trovarsi di fronte ad un momento cruciale.
(11) La Resurrezione
“Siamo arrivati ad uno dei passaggi più complessi, più impegnativi per l’Eroe, e per lo scrittore. Per considerare conclusa una storia, il pubblico deve vivere un ulteriore momento di morte e di rinascita, simile alla prova centrale […] si tratta del climax, l’ultimo e più pericoloso incontro con la morte. Gli Eroi devono subire una purificazione finale prima di tornare al mondo ordinario.”
La personalità del protagonista è cambiata. Dopo aver visto morire centinaia di persone intorno a sé, prova invano a difendere la vita della giovane nordcoreana, la quale però sarà uccisa da Sang-woo, l’amico di infanzia del protagonista.
Si arriva così al sesto e ultimo gioco, nel quale i due sopravvissuti si affronteranno in un “gioco del calamaro” mortale. Il protagonista avrà la possibilità di uccidere Sang-woo, che episodio dopo episodio si è trasformato da prezioso alleato in pericoloso e astuto nemico.
Ma non lo farà: Seong Gi-hun è ormai trasformato, ha compreso il valore della vita, che ora percepisce come superiore al denaro. Sarà infatti il suo ex alleato a uccidersi con le proprie mani, decretando così la vittoria di Seong Gi-hun.
Il climax non manca mai, in nessuna storia d’avventura. È lo scontro finale, quello che trasforma definitivamente il protagonista di una storia in un Eroe.
Non sempre lo scontro finale vede l’Eroe sopravvivere, ma certamente lo vede sempre trasmutare in Eroe.
Si pensi ad Avatar, il film col maggiore box-office della storia del cinema. Nel finale il protagonista, Jake, riesce a fermare definitivamente il malvagio colonnello Quaritch in uno scontro finale nel quale perderà la vita.
Lasciando però – con la morte – per sempre il suo corpo umano, per diventare anche lui un avatar, passaggio che simboleggia pienamente la Resurrezione!
(12) Il Ritorno con l’Elisir
“Essendo sopravvissuti a tante prove e avendo superato la morte, gli Eroi ritornano al luogo di partenza, vanno a casa o proseguono il viaggio. Comunque sia, procedono con la sensazione di essere sul punto di cominciare una nuova vita che sarà per sempre diversa per via della strada già percorsa […] dal mondo straordinario ritornano con l’elisir portano qualcosa da dividere con gli altri.”
Seong Gi-hun è il vincitore dello Squid Game, unico sopravvissuto tra i 456 concorrenti. Viene liberato, e si ritrova a Seoul. Controlla sulla sua carta prepagata e scopre che può accedere ora all’immensa somma del montepremi. La misteriosa e crudele organizzazione dei giochi ha mantenuto la sua promessa.
È quindi tornato alla sua vita ordinaria portando con sé l’elisir dopo il suo lungo viaggio. Quale Elisir?
L’enorme somma di denaro vinta? No, non è quello l’Elisir, anzi scopriremo che deciderà di continuare la sua vita con semplicità, senza spendere il denaro della vincita.
Il vero Elisir, e lo avevamo anticipato prima, è l’aver scoperto il valore della vita umana. E lo capiremo chiaramente quando deciderà nel finale di…
Ci fermiamo qui, senza rivelare il finale. Che farà da bridge per una seconda serie televisiva, data ormai per certa.
Storytelling e Viaggio dell’Eroe: altri articoli
Se siete interessati ai meccanismi dello storytelling e al tema del Viaggio dell’Eroe, per approfondimenti segnaliamo due articoli già pubblicati su questo blog;
“Il Viaggio dell’Eroe, spiegato con Harry Potter“
“Storytelling: il Viaggio dell’Eroe“
e un articolo con delle riflessioni su come il concetto Viaggio dell’Eroe sia non soltanto un framework per la narrazione dell’immaginario, ma possa anche toccare le nostre vite, come è particolarmente evidente in vite straordinarie e drammatiche come quella del fondatore di Apple:
“Storytelling: il Viaggio dell’Eroe di Steve Jobs“