Steve Jobs rappresenta un eccezionale simbolo di genialità imprenditoriale, capace di innovare proponendo al mondo prodotti diventati immediatamente icone globali, e di creare una azienda che ha raggiunto valori di capitalizzazione in Borsa e di profitti generati mai visti in passato. Ha cambiato il mondo e influito sulle nostre vite.
Eppure, il fascino della figura di Steve Jobs va anche al di là dei suoi straordinari successi, perché andando un po’ sotto la superficie, e leggendo la sua storia personale, vengono toccate alcune nostre corde interiori, e si ha la netta sensazione di essere davvero davanti ad un Eroe del nostro tempo.
Una profonda ragione per la quale la sua figura esercita un fascino così straordinario è che la sua vita è passata attraverso tappe che fanno scattare in noi immagine archetipiche. A guardar bene il suo percorso, percepiamo che in maniera sottile le sue vicende umane hanno ricalcato le classiche tappe del Viaggio dell’Eroe.
C’è infatti tutta la forza dello storytelling nelle imprese di questo Eroe moderno, proprio perché è si sono sviluppate attraverso le architetture narrative degli antichi miti, architetture che sono impresse nell’immaginario collettivo inconscio di ogni epoca e di ogni cultura.
Se non avete mai sentito parlare del Viaggio dell’Eroe, vi suggerisco due articoli che lo chiariscono con semplicità ed esempi concreti:
“Il Viaggio dell’Eroe spiegato con Harry Potter”
“Il Viaggio dell’Eroe: le 12 tappe del più famoso modello di storytelling”
Ripercorriamo allora la vita di Steve Jobs, rivendendola alla luce di quel framework nato dagli studi del mitologo John Campbell e poi sviluppato come vero e proprio tool per la sceneggiatura dallo story analyst di Hollywood Christopher Vogler.
1. Il Mondo Ordinario
Nei primi anni, la vita di Steve Jobs non ha nulla di straordinario, anzi si direbbe una partenza svantaggiata. Nasce nel 1955 col nome di Abdul Latif Jandali, dalla relazione giovanile tra Joanne Carole Schieble, madre statunitense di origini svizzere, e lo studente siriano Abdulfattah Jandali.
Appena nato, viene dato in adozione a Paul Reinhold Jobs e Clara Hagopian, residenti a Mountain View in California. Non sembra essere uno studente brillante: diplomatosi nel 1972, si iscrive al Reed College di Portland che abbandona dopo appena un semestre.
2. La Chiamata all’Avventura
Giovanissimo, sente il fascino dell’elettronica e dei gadget, e passa tantissimo tempo sui circuiti in un garage di un vicino che lavorava alla Hewlett-Packard.
3. Il Rifiuto della Chiamata: l’Eroe riluttante
Nel 1974, lasciato il college, parte però per l’India, per studiare religioni orientali, allontanandosi dalla sua passione per l’elettronica.
4. Il Mentore
Nel 1975 n 1975 Jobs si unisce a un gruppo di giovani appassionati di computer noto come “Homebrew Computer Club” dove conosce un geniale tecnico, Steve Wozniak, allora dipendente di Hewlett-Packard, che stava provando a costruire un piccolo computer. Jobs si unisce a lui nel progetto, e da quel momento la vita di Steve prende una piega destinata a grandi cose.
5. Il Superamento della Prima Soglia
Il 1976 è la data decisiva: Jobs, insieme con Wozniak, danno vita alla loro azienda (quella che oggi chiameremmo startup), battezzata Apple Computer Company. Jobs abbandona il suo mondo ordinario per entrare da quel momento in un mondo straordinario e sconosciuto: il mondo dell’Avventura.
6. Le prove, gli alleati, i nemici
L’azienda cresce, in un percorso in cui a Jobs si uniscono nuovi personaggi, tra i quali Ronald Wayne, che fu per breve tempo loro terzo socio, e l’industriale Mike Markkula che aiutò l’azienda con un finanziamento di $250,000. Tante sono le difficili prove da affrontare: il progetto Apple II, la quotazione in Borsa nel 1980, lo sviluppo di Apple Lisa e successivamente del Macintosh, prodotto di grande successo.
Poi, come in tutte le grandi storie, arriva il nemico. Nel 1983 entra nella società come CEO John Sculley, che lascia la Pepsi-Cola convinto dallo stesso Jobs (beffa del destino).
7. L’avvicinamento alla Caverna più profonda
Steve Jobs avvia il progetto per il lancio di un computer pensato per sfidare il PC di IBM, basato su una “closed architecture”. Ma Sculley, il nuovo CEO, è contrario al progetto, e intende continuare sulla strada dell’Apple II, basato su una “open architecture” e meno rischiosa.
8. La Prova Centrale
Si arriva allo scontro. Diversi dipendenti e manager lasciano l’azienda, tra i quali lo stesso Wozniack. Nel 1985 Steve Jobs manda una lettera di dimissioni al consiglio di amministrazione dell’azienda che lui stesso aveva fondato.
9. La Ricompensa
Ma la sconfitta non distrugge Jobs. Nel 1985 con $ 7 milioni crea una nuova azienda, la Next Computer, dove lo seguono 5 ex manager di Apple. Jobs è stato sconfitto nella prova centrale, ma non distrutto. Ha guadagnato dalla sua esperienza un incredibile talento per l’innovazione.
10. La Via del Ritorno
Da questo momento, comincia la difficile e lunga risalita di Steve Jobs. Next avvia progetti estremamente innovativi, Non solo: nel 1986 Jobs rileva dalla Lucasfilm una società, Pixar, nella quale viene accelerato lo sviluppo di animazione computerizzata a livello pioneristico, fino a lanciare nel 1995 il primo lungometraggio d’animazione interamente realizzato in computer grafica 3D, Toy Story.
Poi il colpo di scena: Apple nel 1996 acquista la Next per $ 427 milioni e con questo accordo Jobs rientra trionfalmente nella società che aveva fondato e dalla quale era stato espulso, divenendone il nuovo CEO.
11. La Resurrezione
Siamo qui alla prova finale, che il protagonista dell’avventura deve superare per trasformarsi in Eroe. E Steve Jobs la supera brillantemente, lanciando con straordinario successo nel mondo l’iMac, l’iPod, iTunes, l’iPhone, l’iPad, gli Apple Store. Nel 2014 diventa la prima società al mondo per capitalizzazione, con l’impressionante valore in Borsa di $ 560 miliardi. L’azione Apple è la blue-chip per eccellenza a Wall Street. Steve Jobs viene consacrato come il più straordinario CEO che il mondo abbia mai visto.
12. Il Ritorno con l’Elisir
Nella vita di Steve Jobs il ritorno al Mondo Ordinario ha un sapore drammatico, che ricorda l’antica tragedia greca. Nel 2009 circolano le prime notizie preoccupanti sul suo stato di salute. Nel 2011 deve lasciare la sua attività nell’azienda, e in ottobre muore a soli 56 anni nella sua casa di Palo Alto. Il Ritorno non avrebbe potuto avere valore più simbolico e profondo. L’Elisir che ha ottenuto nella sua Avventura terrena è quell’invito a tutti noi da non dimenticare mai: “Stay hungry, stay foolish“.
Una figura affascinante e tragica allo stesso tempo, dunque, che agisce come un moderno Prometeo, l’eroe della mitologia greca che paga un amarissimo prezzo finale per il progresso che è riuscito a portare all’umanità.