Il pensiero visivo (visual thinking) e il disegno di sketch stanno diventando sempre più importanti in ambito aziendale, data la crescente rilevanza della capacità di progettazione e dell’applicazione della creatività al problem-solving.
Leggendo alcuni miei articoli in questo blog o nel mio spazio su Linkedin, avrai forse notato che l’utilizzo di sketch, ovvero disegni tutt’altro che accurati, per illustrare alcuni punti chiave del testo. E qualcuno mi ha chiesto da quale sito li abbia “copiaincollati”. La risposta immediata è stata che tutti provengono dalla mia mano.
In realtà la risposta più completa e più corretta è che nascono da un processo coordinato tra mano, occhio e mente. E qui si apre un tema interessante, perché stiamo parlando di visual thinking ovvero di pensiero visivo.
La mia esperienza col visual thinking
Ricordo di aver da tempo sviluppato l’abitudine di schematizzare su un foglio un qualsiasi argomento, usando omini, frecce, cubotti e molto altro, inserendoli in matrici, diagrammi, schemi, disegnati a mano. Credo di averlo fatto almeno dai tempi della preparazione agli esami universitari.
Il livello qualitativo non è mai stato decente e di artistico c’è sempre stato ben poco. Sono sempre stati poco più che scarabocchi. Eppure questa sorta di metodologia istintiva e rudimentale mi è sempre servita per memorizzare, capire, analizzare, e magari ragionare su possibili soluzioni.
Nel corso degli anni in azienda, l’abitudine si è poi rafforzata, ed è diventata uno strumento naturale che tiravo fuori dalla mia personale cassetta degli attrezzi quando si trattava di:
– analizzare informazioni, ad esempio lavorando su dei dati per identificare i fattori più critici nascosti dietro un problema
– ricercare e identificare delle soluzioni al problema
– comunicare, ad esempio per illustrare durante una conversazione nuove ipotesi relative ad un processo aziendale o uno scenario di mercato,
o se preferite:
Il visual thinking come disciplina
Poi, verso il 2010, ho scoperto che questo approccio non era nulla di nuovo, che anzi è potenzialmente disponibile per ciascuno di noi, ed può essere disciplinato e sviluppato. Apparivano infatti negli Usa diverse pubblicazioni, tra le quali alcuni veri e propri best-seller, e finalmente potevo dare un nome a questa mio approccio: visual thinking.
Non solo. Potevo finalmente dare un po’ più di struttura a quella che era una metodologia empirica ed istintiva. Tra i tanti libri letti sull’argomento, ve ne segnalo 4 che sono senz’altro tra i più interessanti, ma ve ne sono altri che alcuni amici su Linkedin mi hanno citato e che senz’altro arricchiranno presto la mia biblioteca personale.
Può essere poi utile, affianco alla scoperta del visual thinking, conoscere più da vicino una metodologia distinta ma in realtà perfettamente integrabile, ovvero le mappe mentali inventate dallo psicologo cognitivista Tony Buzan.
Visual thinking: 10 punti per riflettere
Cosa ho capito, approfondendo il tema? Tante cose, che provo a raggruppare in 10 punti, alcuni dei quali potrebbero stimolarti ad approfondire l’argomento e magari metterti alla prova.
(1) Cosa è visual thinking?
Guardatelo alla luce di questa equazione: la scrittura sta al pensiero verbale (quei ragionamenti che facciamo dentro di noi) come i disegni stanno al pensiero visivo.
(2) Viviamo in un’era altamente visiva, e i media digitali non hanno fatto altro che potenziare la nostra naturale propensione a raccontare e spiegare per immagini, cosa che facciamo sin dai tempi dei graffiti nelle caverne.
Il visual thinking è sempre stato nella nostra natura, ma gli stimoli a ragionare per immagini sono oggi ulteriormente intensificati.
(3) La qualità del disegno è marginale, e non occorre avere una talento artistico per disegnare.
Qui non parliamo di arte, ma di rappresentazione di dinamiche, di problemi, di scenari, finalizzate al problem-solving aziendale. Anzi, eccessivi dettagli estetici distrarrebbero l’occhio di chi guarda, mentre è importante saper trasmettere l’essenza dei concetti.
Un omino disegnato come lo farebbe un bambino di 5 anni ai nostri fini è perfetto (date un’occhiata agli omini di Dan Roam, il più noto autore di libri sul visual thinking).
(4) Come spiegato, questa metodologia non ha nulla a che fare con la creatività artistica, della quale peraltro l’ambito aziendale non ha bisogno.
Ha invece a che fare con la creatività applicata al problem solving, che è tutt’altra cosa e che è una risorsa preziosa in ogni azienda.
(5) Chiamiamoli pure disegnini ma in realtà sono una cosa piuttosto seria, perché ciò di cui stiamo parlando è un vero e proprio approccio mentale che fa da catalizzatore nella ricerca di soluzioni a problemi complessi.
Infatti, in un mondo altamente complesso, saper schematizzare e semplificare è fondamentale per individuare problemi e soluzioni nella massa gigantesca di dati e informazioni nella quale navighiamo.
(6) Chiunque può sperimentare l’approccio del visual thinking.
Alcuni di voi avranno doti artistiche migliori delle mie, oppure peggiori, ma davvero non conta. Ciò che conta è assimilare il potenziale del coordinamento tra emisfero destro (creativo), emisfero sinistro (analitico), mano e occhio. Insomma, si tratta di apprendere un metodo e svilupparne la pratica, come per ogni disciplina.
(7) Gli strumenti richiesti?
Il titolo del libro sul visual thinking più celebre, “The back of the napkin” di Dan Roam, è esplicativo (il retro del tovagliolo).
L’autore racconta nell’introduzione di quando, seduto in treno con un collega e discutendo su come affrontare un certo progetto, avesse identificato la soluzione usando una normale penna a biro su un tovagliolo di carta.
Quindi davvero non vi servono strumenti specifici, una matita e un foglio di carta sono sufficienti.
(8) Con l’apprendimento del giusto metodo, è possibile usare sketch per analizzare dati, identificare obiettivi, definire opzioni e scegliere tra queste, rappresentare piani d’azione. Insomma, tutto quello che si chiama pensiero strategico.
Esatto, il pensiero visivo è un perfetto compagno per il pensiero strategico.
(9) Numerose metodologie che si sono recentemente nel mondo aziendale – design thinking, service design, tecniche di prototipazione – stimolano l’uso dell’immediata rappresentazione grafica di idee, fatta di getto su un un post-it, su un tabellone, o su dei fogli di carta.
Le metodologie citate prevedono tutte percorsi di co-creazione, ed in questi contesti un semplice sketch, per quanto buffo e stilizzato, consente la condivisione di idee e il loro sviluppo collettivo nell’ambito di un team.
Infatti lo sketch disegnato a mano ha una grande forza nello stimolare la partecipazione e la creatività collettiva, facilitando il flusso di idee in un networking.
(10) Gli sketch non sono altro che una prima embrionale forma di prototipazione di una idea, ed in questo senso il visual thinking si rivela il canale più immediato per esteriorizzare un’idea creativa, nata dal singolo o da un team.
Visual thinking, in conclusione
Un’ultima nota, per dare pienamente l’idea dell’efficacia esplicativa/analitica del visual thinking. Si pensi al concetto di modello di business. Un concetto da tempo sviluppato nell’ambito accademico, ma che sembrava far fatica nel superare l’ambito puramente teorico e nel diventare un prezioso framework con reale applicabilità nelle aziende.
Finché non è stato rappresentato e schematizzato in un semplice template da Alexander Osterwalder e Yves Pigneur nel libro “Business Model Generation” nel 2010. E’ nato così quel Business Model Canvas che oggi consente di “lavorare” sull’architettura del modello di business, sia in termini di analisi che in termini di progettazione.
Quindi, non abbiate timore di sperimentare, scarabocchiare, rappresentare graficamente anche concetti complessi. Vi basterà inizialmente attivare le due parti del cervello, mano e occhio, e disporre di carta e penna.
Anche se è solo un primo passo: come per tutte le cose, solo un minimo di metodo e pratica faranno la differenza nel risultato. Ne sarete sorpresi.
Condividi
Articoli correlati
4 Febbraio 2023
Startup e Big Tech: Silicon Valley verso la maturità
28 Novembre 2022