$ 170 milioni: questo è la multa comminata a Google, nel settembre 2019, dalla Federal Trade Commission e dal New York Attorney General, in quanto società proprietaria di Youtube (acquisita nel dal 2006), per violazione della privacy online dei minori. Il leader dei social media aveva infatti raccolto dati personali dei minori senza alcun consenso dei genitori. Un’ulteriore conferma di quanto i bambini rappresentino per i giganti del web un terreno delicato. Senza però dimenticare che nel contempo è un terreno estremamente fertile in termini di business.

Piaccia o non piaccia, i bambini costituiscono da tempo un’audience tutt’altro che secondaria nel modello di business AVOD di Youtube, in termine di visualizzazioni e quindi di ricavi pubblicitari. La ricerca di un bilanciamento tra un approccio “etico” da una parte, e dall’altra la necessità di massimizzare l’attenzione e il tempo dedicato dagli utenti più giovani alla fruizione dei contenuti, ha anche portato al lancio di una specifica app, Youtube Kids (lanciata  anche in Italia nel 2018), che permette ai genitori di essere certi che il perimetro dei contenuti effettivamente accessibili ai loro figli sia ben delimitato.

 

Baby influencer su Youtube

Lo scenario è però un po’ più complesso. I bambini non sono solo audience, per Youtube. Sono anche generatori di contenuti: si pensi alla quantità di video di unboxing o demo di giocattoli, e tutorial, dei quali i bambini sono protagonisti e creatori. Parliamo di milioni di video su migliaia di canali, in tutto il mondo. Contenuti che generano numeri importanti di visualizzazioni, e quindi flussi di revenue pubblicitari interessanti non solo per Youtube ma anche per i creatori di contenuti.

giovanissima influencer su Youtube giovanissimo influencer su Youtbe

 

E dietro i giovanissimi creatori di contenuti ci sono spesso, quasi sempre, famiglie che hanno immediatamente intravisto opportunità di reddito interessanti. Famiglie che sognano di avere in casa un nuovo piccolo Ryan Kaji, la web-star che a soli 8 anni, grazie al suo popolarissimo canale “Ryan’s World”, ha totalizzato lo scorso anno ricavi per $ 26 milioni, cominciando a soli 3 anni a fare unboxing sul suo canale che oggi raggiunge 23.8M di utenti.

O come la piccola Anastasia Radzinskaya, che a solo 5 anni ha totalizzato sempre nel 2019 ricavi per $ 18 milioni, grazie ai video realizzati con suo padre nel canale “Like Nastya Vlog” (ben 47.4M di subscriber).

 

Una nuova strategia

Un rapporto complesso, quindi, quello tra Youtube e i bambini. E un rapporto in costante evoluzione. Lo scenario ha infatti visto lo scorso settembre una mossa importante da parte del social media. Immediatamente dopo l’annuncio della multa da parte della FTC, Youtube ha voluto comunicare la decisione di aprire un fondo da $100 milioni da investire in 3 anni in nuovi contenuti idonei per i bambini, in sostanza finanziando la produzione di video che rappresentino personaggi di profilo “educational”, dotati di caratteristiche positive quali empatia, curiosità, coraggio, umiltà, perseveranza, self-control ed empatia.

Video quindi pensati per “ispirare i bambini nello sviluppo delle loro capacità e nell’inseguire le loro passioni, nello stabilire abitudini salutari e trasmettere l’importanza della cura per sé stessi, migliorare la loro comprensione della cultura e della diversità e coinvolgerli nella cura per la propria comunità”, come dichiarato ufficialmente il social media. Video che andrebbero gradualmente a popolare sia Youtube che Youtube Kids a livello globale.

Questa diversa strategia verso i bambini potrebbe tradursi in un importante cambiamento. Significherebbe non spingere più, ad esempio, sui consueti unboxing dei giocattoli, che come dimostrato da alcune ricerche generano dipendenza già dall’età di 2 anni. Di questo ne è cosciente il CEO di Youtube, Susan Wojcicki, che ha dichiarato in un post (pensando evidentemente alle tante famiglie che sono dietro a web star più o meno popolari ma che comunque contribuiscono al bilancio di casa, che si tratti di centinaia di dollari o di milioni di dollari):

We know these changes will have a significant business impact on family and kids creators who have been building both wonderful content and thriving businesses, so we’ve worked to give impacted creators four months to adjust before changes take effect on YouTube.”

Susan Wojcicki sa bene che la decisione potrebbe preoccupare molte di queste famiglie e continua nel suo post: “We recognize this won’t be easy for some creators and are committed to working with them through this transition and providing resources to help them better understand these changes.

 

Marketing: bambini e Youtube

Una scelta in un certo senso coraggiosa per Youtube. La domanda ora è se contenuti dedicati di maggiore qualità (almeno quella è l’ambizione, dato l’investimento di $100M) siano altrettanto monetizzabili quanto i video prodotti dai tanti piccoli Ryan o Anastasia.

 

Nota: sul tema influencer, consiglio l’articolo “L’attenzione del consumatore” dove si racconta del caso della influencer Ariana Renee.


Condividi